Alla ricerca di un last minute,tra le tante possibilità… ritornare a Zanzibar dopo due anni illumina subito i miei occhi e quelli di Gio…allora..”perché no??” ci diciamo, l’Africa ci chiama!
Allora sia Zanzibar con gli occhi di Laura!
Partiamo da Roma Fiumicino, volo comodissimo tutto notturno, con Ait Italy, abbastanza confortevole e staff a bordo in gamba. Arriviamo in perfetto orario a Zanzibar e ci riscopriamo a tranquillizzare “i principianti” sugli usi e costumi dell’aeroporto… che bello tornare in Africa! vi assicuro la seconda volta non fa assolutamente effetto, anzi mio marito fotografa il rito del bagaglio consegnato a mano e richiesta di mance ovunque (chiedere sempre il consenso per fotografare).
Fuori ci aspetta il nostro simpaticissimo Carlo (tutti qui si danno un nome europeo!), che ci accompagnerà al Waikiki Resort.
Sul bus siamo solo due coppie e cominciamo ad apprezzare il viaggio subito: niente appelli da villaggi “energy” e attese infinite.
Lasciamo la prima coppia al B.B. Resort e proseguiamo solo noi due con Carlo, fino ad infilarci in una strada sterrata in mezzo ad un villaggio locale: bambini che ti sorridono, ti salutano e rincorrono il bus…non ci sembra vero!
La sorpresa continua perchè il percorso diventa di sabbia, in mezzo ad una foresta di cocchi altissimi,
e ad un certo punto spunta il Waikiki !
Il sogno comincia davvero: ci viene incontro la biondissima e sorridente Sarah,che avevamo visto sul sito , poi Angelo ed infine Flavio, i tre proprietari di questo paradiso.
Ci salutiamo come se ci conoscessimo da sempre, sbrighiamo le formalità di registrazione in pochi minuti e poi ci mostrano subito dove siamo capitati…nonostante sia la seconda volta,restiamo a bocca aperta: il Waikiki resort si affaccia sulla spiaggia di Pwani Mchangani, una tra le più belle che io abbia mai visto, ed il mare è proprio lì, dal bar dove siamo è già come essere in spiaggia!
La spiaggia infinitamente lunga, la sabbia è bianchissima e il mare ha dei colori inimmaginabili: nei momenti di bassa marea si formano tante piccole isolette di sabbia e si può addirittura camminare fino alla barriera corallina…è sicuramente tra le più belle della costa est ed ha continuato a incantarci fino all’alba del giorno di partenza!
Il Waikiki ha 6 bungalows, tutti abbastanza vicini e vista mare e tutto rispetta la natura che circonda questo posto: il giardino relax con l’amaca che troneggia al centro è delizioso; il bar -ristorante affascina subito per i colori usati,i quadri e il gusto con cui è stato arredato.
Ci danno il primo bungalow sul mare, per quel giorno siamo gli unici ospiti del resort : non ci sono vialetti asfaltati o “mattonati” ma…solo sabbia bianca … togliamo le scarpe e praticamente le rimetteremo il giorno della partenza!
Anche i bungalows sono spaziosi, arredati con molto gusto e poi questi grandi quadri appesi sono fantastici… sono di un artista locale ,che siamo riusciti ad incontrare grazie a Flavio e oggi un suo quadro “troneggia” nel nostro soggiorno!
Scopriamo che la famiglia comprende Ciquita e Matunda, sono le due scimmiette di Flavio e Sarah, un vero spasso: io e Ciquita ci intendiamo subito alla perfezione, va a curiosare un po’ tra le mie cose, le regalo un chewingum e diventiamo amiche!
Pian piano conosciamo lo staff, tutto locale , ragazzi pieni di allegria e di voglia di imparare.
La cucina è un altro fiore all’occhiello del Waikiki : il cuoco, addestrato da Angelo (che aveva un suo ristorante in Italia), cucina benissimo ed italianissimo!
Ci si può sbizzarrire tra penne all’arrabbiata, spaghetti al granchio, fettuccine alla bolognese..ebbene si!
Da non perdere una cena zanziberina, per gustare le specialità del posto.
Durante la settimana scopriamo che il Waikiki è un ristorante gettonatissimo da ospiti di altri resort circostanti, sia a pranzo che a cena, ed è la meta di molti viaggiatori indipendenti, anche dopo safari o viaggi in continente.
Qualche uscita è d’obbligo per entrare nel vero cuore di Zanzibar:
torniamo così a Stone Town, città africana in tutti i suoi aspetti…il traffico molto variopinto e rumoroso, i vicoli stretti e pieni di negozietti dove poter acquistare di tutto, i palazzi coloniali con le stupende porte di legno intagliate a mano.
La prima volta avevamo visitato una falegnameria locale : ce ne sono ovunque a Zanzibar e le porte di legno prodotte qui attraversano il mondo, arrivano ad abbellire i più bei palazzi del mondo arabo e non solo; viste da vicino sono uniche e imponenti ed è impressionante vederle intarsiare a mano , su disegni creati e ideati da piccoli gruppi di giovani uomini , che poi cominciano a scalpellare , con la loro calma e ilarità, osservati ogni tanto da gruppi di turisti increduli…un salto nel tempo!
Stone Town è anche il suo vivace e colorato mercato , dove poter comprare qualunque cosa: il reparto dedicato a carne e pesce può creare un certo “fastidio” al naso, ma si può saltare direttamente a spezie, conchiglie , oggetti di ogni tipo …chiaramente è d’obbligo “contrattare” fino allo sfinimento : mi diverto come una pazza, sotto l’occhio rassegnato di mio marito!
Poi una bella passeggiata sul lungo mare, fino a quella fortezza che ricorda il momento più nefasto per questa terra bellissima, la schiavitù e tutto quello che di brutale ci girava intorno: dal porto si può salire su una imbarcazione locale e arrivare fino a Prison Island, dove ora sorge un resort privato, ma dal nome si può facilmente immaginare chi veniva portato qui a fare cosa; ci andiamo e l’amarezza accompagna questa piccola trasferta…Prison Island è bellissima, si arriva su una spiaggia incantevole e vediamo lì per la prima volta le tartarughe giganti, ma non vediamo l’ora di andar via…
Al tramonto ci sediamo in uno dei tanti caffè di fronte all’Oceano, beviamo un favoloso succo di mango…e assistiamo a questo spettacolo che toglie il fiato!
Nel pomeriggio successivo, un po’ ventoso per stare in spiaggia, decidiamo con una guida “ganzissima” di andare a vedere uno dei tanti giardini di spezie che profumano questa isola : ci spiega alla perfezione usi e benefici di una varietà infinita di spezie e piante e…ne compriamo a iosa..sperando di ricordarne il giusto uso .. è un pomeriggio molto leggero e divertente, incontriamo altri viaggiatori con il naso attaccato alle piante, camminiamo tra banani e cocchi altissimi e …tra alberi al cui tronco vediamo attaccata una sorta di piccolo raccoglitore, ed è infatti l’albero di caucciù , qui si raccoglie la resina “preziosa”
Scopriamo così che le spezie devono comporre la base dei piatti, vanno sciolte nel condimento iniziale, perché l’olio aiuta a diffonderne le proprietà e l’aroma in tutto il piatto e che ci sono spezie di cui si usa il frutto, altre di cui si usa la corteccia, altre ancora i fiori…insomma ci sarebbe da prendere appunti! Ritorniamo allegri sul nostro pulmino sgangherato col naso pieno di profumi e con le borse cariche di “bustine colorate”…sarà bellissimo aprire poi la valigia in Italia ed essere inondati da questo mix affascinante e dal ricordo di questo gaio pomeriggio.
Il giorno successivo con gli stessi ragazzi incontrati al giro delle spezie decidiamo di andare in barca, un’escursione che qui chiamano Safari blue, e che ci porterà alla barriera corallina , a vedere delle isole invase da foreste di mangrovie e …un nostro marinaio cucinerà per noi una bella grigliata di crostacei! Trascorriamo in barca tutta la giornata con varie soste per chi vuol fare snorkeling, e navighiamo in un mare turchese tra isolotti di sabbia che ci sono al mattino con la bassa marea e al nostro ritorno…non ci sono più…torniamo abbastanza cotti dal sole e dal sale!!
La cosa che di Zanzibar ti rimane nel cuore è sicuramente incontrare donne e bambini : le donne nei loro coloratissimi vestiti si intrattengono con noi a chiacchierare sulla spiaggia, anche per ore: condividono la loro giornata tra inglese e shawili e “tanti gesti”. Vendono parei variopinti e con il ricavato fanno la spesa al mercato: un pomeriggio ci accompagnano al loro villaggio vicino al nostro resort e possiamo constatare con i nostri occhi di quanto poco vive questa gente e con quanta dignità mostra i propri usi e costumi…i bambini sono ovunque, sorridenti, ansiosi di ricevere un regalo “italiano”.
Il mio consiglio è di evitare dolciumi in generale , ma portare penne, matite, quaderni, colori e anche vestitini, possono essere realmente utili.
E’ stato un caso trovare il Waikiki Resort , ma cercavamo proprio un posto così: tanto relax, fuori da circuiti noti e soliti.
La serenità e la bellezza del Waikiki la fanno Flavio e Sarah, ragazzi veramente in gamba, con tanti anni di esperienza nei villaggi e sulle navi , ed Angelo, viaggiatore da sempre ed “innamorato” dell’Africa, sono tutti una miniera di notizie e di curiosità…
le nostre lunghe chiacchierate insieme sono state, dopo il rientro, un continuo spunto per me e Gio per continuare a conoscere e vivere questa isola meravigliosa e la sua bella gente.
Buona lettura!
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