Il mio primo viaggio in India quasi 5 anni fa ha lasciato segni indelebili.
L’India è un paese impressionante, non sono riuscita a distogliere la mente per settimane al ritorno, ti rimane negli occhi, nel cuore, nel naso, nell’anima.
Tutto continuava a riportarmi lì inevitabilmente: gli odori delle spezie nella mia cucina, i profumi e gli oli per i capelli sparsi ovunque, le foto che continuo a contemplare, gli occhi dei bambini, i loro sorrisi, i loro abbracci, la musica dei mantra che uso per lo Yoga…richiudi la valigia e l’India rimane accanto a te per sempre!
Ho cominciato così a scrivere un racconto di viaggio e sono riaffiorati tanti piccoli particolari e curiosità, che sono andata ad approfondire un pò: ho tante foto di donne indiane dai volti bellissimi, le donne hanno un fascino particolare, hanno quel modo unico di scuotere la testa per dire “si, ok”, hanno la benevolenza autentica nei confronti degli stranieri, hanno l’aspetto sempre ben curato, gli abiti, i gioielli, il trucco, i profumi, i capelli…insomma nella mia ricerca mi si è aperto un mondo!
Ignoravo che l’uso di molti prodotti per il trucco, così come le acconciature e i gioielli, hanno in India un valore molto piu’ profondo del semplice concetto di abbellimento e hanno tradizioni millenarie. Lo stesso verbo truccare (Alamkara), in realta’, indica un’azione piu’ complessa di quella che intendiamo noi, quella di completare. Infatti secondo la cultura indiana, niente e’ concluso o completo o semplicemente bello se non provvisto dei giusti ornamenti. Per questo, la donna indiana appare sempre riccamente adornata da gioielli ed esibisce un make-up sempre curato. Ogni oggetto e cosmetico ha spesso anche un valore magico o scaramantico. L’insieme degli ornamenti di una donna prende il nome di Solah Shringar, ed e’ composto in totale da 16 elementi , numero che indica anche l’eta’ della maturazione di una ragazza e della sua perfezione secondo la tradizione Hindu.
Il classico puntino rosso, chiamato tika, che di solito si porta sulla fronte, e’ uno di questi. Storicamente nasce con lo scopo di comunicare la condizione di non vedovanza, e viene quindi praticato sia alle donne sposate che alle nubili. Si effettua al centro della fronte, dove secondo antiche credenze sarebbe situato il terzo occhio. Il Sindoor, al contrario, e’ un pigmento in polvere, rosso, che si applica al centro dei capelli e ha valore di appartenenza a un uomo e quindi e’ utilizzato solo dalle donne sposate.
Il Kajal , che qui da noi sta a indicare sia il cosmetico vero e proprio che il bastoncino o la matita che serve per applicarlo, ha la funzione di allontanare gli influssi negativi ; per questo motivo viene usato sia da donne che da uomini oltre che applicato ai bambini molto piccoli. In parole povere e’ costituito da un impasto di polvere nera o blu ricavata dalla radice e da foglie di una pianta fatta seccare, che si applica sul bordo interno della palpebra inferiore per valorizzare gli occhi.
Passando ai gioielli, il Mang Tikka e’ un pendente con catenella che si aggancia alla sommita’ del capo e cade al centro della fronte. Ad usarlo di solito sono le ragazze fidanzate, poiche’ esso poggia sul Chakra che rappresenta l’unione.
Il tipico anello al naso si chiama Nath.
Alla domanda , fatta ad una donna in India che aveva due orecchini al naso, ” Why?” …la risposta efficacissima è stata ” healthy”!
Fondamentale tra i gioielli da sposa, il suo valore poggia sulla credenza che vuole il naso strettamente collegato agli organi genitali femminili.
L’uso degli ornamenti al naso in India fa pensare erroneamente ad una antica tradizione locale. In realtà questo ornamento appare nelle zone urbane del Paese intorno al XV° secolo , influenza della cultura persiana e mediorientale, mentre non vi è traccia di questa deliziosa usanza, poi ampiamente cantata dai poeti ed illustrata dagli artisti, nè nella letteratura nè nell’arte antica indiana. Diverso il caso degli Adivasi, i tribali indiani, che a volte portano al naso e alle orecchie numerosi e vari vistosi ornamenti, oltre ad acconciature spesso strabilianti, ma come accade in molte altre culture primitive del mondo.
L’anello da naso viene chiamato, Nath al Nord e Mukhutti nelle lingue dravidiche al Sud, ma in entrambe le zone assume poi differenti nomi a seconda del tipo di ornamento. Diverso ancora il nome dell’anellino con pendente applicato tra le narici, Latkan, mentre il modello più semplice, a chiodo ricurvo ed applicato alle narici dall’esterno si chiama Laung.
Il Nath faceva parte dei gioielli matrimoniali nuziali e anticamente veniva applicato per la prima volta durante le nozze alla narice sinistra, nel Nord del Paese, a quella destra o a entrambe nel Sud, per essere portato poi tutta la vita. In circostanze particolari, celebrazioni o da alcuni caste anche permanentemente, viene indossato un grande anello con numerose varianti stilistiche di lavorazione e decorazione. I modelli più grandi e pesanti, ancor oggi tipici da matrimonio, sono ancorati da una catenella anch’essa ornata ed agganciata lateralmente ai capelli o all’orecchio, per non distorcere eccessivamente il naso e restare piatti sulla gota.
La medicina ayurvedica, che assimila le narici agli organi riproduttivi, vuole che questi ornamenti siano benefici per un parto facile e per cicli mestruali indolori. Probabilmente questa tradizione ha contribuito al successo di questo gioiello in India , fino a far sì che venisse identificato come un’antica tradizione autoctona.
Ma oggi le ragazze di ogni stato civile, tranne le vedove alle quali in teoria è proibito indossare ornamenti di alcun genere, indossano questi gioielli, applicati in città nelle gioiellerie con le moderne tecniche sterili a pistola.
L’Haar e’ il girocollo, a cui puo’ essere appeso un amuleto, un mantra o un incantesimo al suo interno.
Gli orecchini si chiamano Karn phool, e solitamente ricoprono l’intera superficie disponibile.
Esibire grandi orecchini e’ molto importante per una donna, perche’
– l’allungamento dei lobi che ne deriva rappresenta la sua saggezza e il livello di spiritualita’ raggiunto
– si crede che la perforazione dei lobi temperi il carattere.
Non c’e’ un numero di orecchini prescritto, ma si predilige l’abbondanza.
I disegni applicati con l’Henne’ hanno un significato particolare: essi sono considerati altamente propizi per una sposa e a volte includono, tra gli arabeschi, il nome del fidanzato; una volta soli lo sposo dovra’ riuscire a trovarlo.
I Braccialetti costituiscono uno degli ornamenti piu’ antichi e amati della civilta’ indiana. Anche questi sono simbolo di matrimonio anche se naturalmente essi sono indossati anche dalle ragazze nubili, ma senza la valenza che rappresenta per la donna sposata. Si portano da 8 a 12 bracciali per polso. Alla morte del marito, le donne indiane li spezzano e non li indosseranno mai piu’. I Bazubandh sono i bracciali da schiava, a fascia, portati al braccio a pressione o legati :a seconda della comunita’ di appartenenza e del suo stato civile le donne possono indossarne uno solo o ricoprire l’intero braccio dalla spalla al gomito.
Una curiosita’ e’ che l’ascella femminile rappresenta una zona molto erotica nella donna e di conseguenza e’ sempre coperta.
L’Arsi e’ l’anello da pollice con specchio. Si indossa da sposa e nelle occasioni speciali. Ha forma rotondeggiante, a volte a cuore, con al centro uno specchietto nascosto, che permette alla ragazza di controllare il proprio aspetto di nascosto.
Con il termine Keshpasharachna si indica l’acconciatura dei capelli. I capelli sciolti indicano un atteggiamento irrispettuoso delle tradizioni e sono visti come una sfrontatezza. Unti con oli profumati e intrecciati, vengono adornati, specie al sud, con ghirlande di fiori profumati. L’acconciatura preferita e’ quella che li vuole raccolti in tre parti, come per una treccia, rappresentando l’unione della trimurti Brhama Shiva e Vishnu, così come la confluenza dei tre fiumi sacri Gange, Yamuna e Saraswati.
Elemento immancabile per ogni donna e’ la Kamarband: la cintura. Essa si appoggia sui fianchi per tenere le pieghe della sari e sottolineare la curva dei fianchi. Spesso la cintura ha un piccolo aggancio per le chiavi e viene offerta alla sposa dalla suocera che le attribuisce così il ruolo di nuova padrona di casa.
Le Payal e i Bichua sono le cavigliere e gli anelli per i piedi. Spesso le cavigliere hanno grossi sonagli, per allontanare i serpenti, ma anche per poter essere facilmente rintracciabili.
L’Itra è il profumo. Ogni donna in India profuma il suo corpo con decine di tipi di essenze. Ne esistono, infatti, di adatte a diverse ore del giorno, a diversi tipi di abbigliamento, a seconda del tipo di fisico e di carattere oltre che per ogni stagione.
L’India e le sue donne…un micromondo dalle mille sfumature!
Buona lettura.
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