Perché proprio un Abete? E perché proprio un albero?
La maggioranza delle tradizioni legate all’albero di Natale non ha radici cristiane, anzi la Chiesa appoggia ovviamente con molta più veemenza la simbologia del presepio, sebbene successiva in termini di tempo. Il presepio arriva infatti solo nel XIII secolo con S. Francesco, mentre ufficialmente secondo la tradizione cristiana il primo albero fu addobbato nell’VIII secolo dal missionario inglese Bonifacio . In verità la tradizione dell’albero di Natale è ancora più antica…scopriamo insieme cosa nasconde questo albero magico!
L’albero è considerato un simbolo di vita da tutte le culture. Questa tradizione vige soprattutto fra i popoli tradizionalmente più legati alle forze della natura.
Nei culti celtici, come in altre tradizioni, l’abete viene sempre associato al solstizio d’inverno e nello specifico viene consacrato al giorno della nascita del Fanciullo divino. Siamo di fronte ancora al mito della luce solare divina, al dualismo di morte e rinascita che fondamentalmente sta alla base della mitologia degli alberi.
Siamo nel momento più buio dell’anno: le ore diurne sono ridotte al minimo.
Tutto è ovattato e lento; i battiti della vita sono quasi impercettibili se passeggiate nel bosco in questo periodo. Eppure una forza maestosa e silenziosa aleggia nell’aria, una presenza estremamente vitale veglia su questa stagione: l’abete e tutti gli alberi sempreverdi.
Il termine “luce” viene sostituito in celtico da ur, per cui “culto di Ur” genera la parola cultura.
Cultura e Albero della Conoscenza, meglio noto come Albero del Bene e del Male del Giardino dell’Eden, sono strettamente legati.
All’Abete in particolare è stato affidato il compito di simboleggiare il Natale in tutto il mondo.
Questo ruolo risiede nelle radici stesse del suo nome (in latino Abies, alba): A-bete è la composizione di alfa e beta secondo l’alfabeto greco, o di alef e bet, prime due lettere dell’alfabeto ebraico e caldaico.
Abete significa l’“Inizio di tutte le Cose”.
Quale Albero migliore potrebbe simboleggiare il Natale, Natalis dies “Giorno della Nascita”!
La forma dell’Abete è considerata una tendenza dell’albero a raggiungere il divino, esso diventa un tramite posto da Dio stesso sulla Terra per ricongiungere divino e terreno.
Per unire di nuovo il filo con la tradizione cristiana, sembra che Adamo, cacciato per sempre dall’Eden, portò via con sé un ramo dell’Albero del bene e del male, lo stesso usato per costruire la croce di Cristo, fatta appunto di legno di Abete. Dopo la morte di Adamo, un Abete gli spuntò dalla bocca.
Le popolazioni dell’Asia settentrionale lo consideravano insieme alla betulla, l’Albero Cosmico, la scala divina per giungere alla luce, colonna portante e punto d’incontro tra cielo e terra.
Altre leggende legate all’Albero di Natale sono meno “positive”: si narra che Nimrod, nipote di Cam, figlio di Noè, edificò la torre di Babele e fu così perverso da sposare la propria madre. Alla sua morte, questa volle preservare la memoria del figlio convincendo il popolo babilonese che ogni anno, il 25 dicembre, Nimrod appariva sotto forma di albero sempreverde (l’Abete) e doveva essere onorato con molti doni. Col passare dei secoli, la tradizione trasformò Nimrod in un falso Messia, e l’immagine sua e di sua madre furono venerate. Ovviamente non stiamo parlando della sacra famiglia, ma di una coppia di fattezze simili il cui nome varia nelle diverse culture: Iside ed Osiride in Egitto, Cibele e Attis in Asia, Forturla e Giove fanciullo nella Roma pagana.
Altre tradizioni ancora non sono legate ad alcuna religione o culto in particolare: secondo una tradizione celtica, dal solstizio d’inverno fino al 6 gennaio veniva fatto bruciare un ceppo di Quercia (simbolo dell’anno passato) che avrebbe dato vita ai giorni luminosi (le scintille) del nuovo anno, mentre la cenere veniva sparsa sui campi per propiziare il raccolto.
La Quercia si è tramutata in Abete: una storia racconta che un bambino si fosse perso nel bosco in cerca del ceppo di Quercia. Disperato, vide un albero ancora verde e vi si rifugiò sotto per passare la notte. L’Abete, intenerito, lo cinse con i suoi rami e lo protesse dal freddo. La mattina dopo, i genitori del bambino lo cercarono nel bosco e, quando uscì dal suo nascondiglio sano e salvo, videro l’abete tutto coperto di festoni di neve e ghiaccioli, e decisero che ne avrebbero conservato memoria nella presente e nelle future generazioni. Da quel giorno, gli Abeti delle foreste hanno rami pendenti verso il basso.
Le tradizioni legate all’Albero di Natale sono dunque molto diverse. Comunque sia, a parte la storia babilonese di Nimrod e poche altre, esso simboleggia sempre qualcosa di positivo, una speranza …
Dal Medioevo l’abete diventa il classico albero di Natale; i contadini erano soliti tagliarne uno nel bosco per portarlo a casa dove veniva addobbato con ghirlande, dolciumi e candele. Questa usanza fu introdotta nei paesi latini piuttosto in ritardo, precisamente alla corte di Francia nel 1840. Fu semplice adattare la tradizione nordica a quella cristiana, dove l’abete divenne simbolo della luce divina di Gesù sceso sulla Terra.
Esiste anche un’altra simbologia dell’abete legato al femminile, al suo stato sempreverde e alla capacità di riprodursi spontaneamente. Il mito fa riferimento ad Artemide e quindi alla Luna, protettrice delle donne partorienti e dei neonati. L’albero stesso nella sua struttura ci ricorda con le sue fronde delle lunghe braccia che scendono a proteggere ciò che sta sotto.
I piccoli abeti hanno bisogno dell’ombra di un abete madre per poter crescere sani e la tradizione vuole che si portassero a riposare sotto questi grandi alberi i bambini di salute cagionevole.
Buon Natale!
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