“un’isoletta è questa, che dal mare/ medesmo che li cinge è circonfusa” (Orlando Furioso)
Sono sempre più convinta che un viaggio parte nella mente, un luogo si materializza prima nel cuore e tutto quello che riesce a donare rende il sogno realtà…Lampedusa è nel mio immaginario da tempo ed è arrivato il momento di andare a curiosare!
Arrivare in aereo è commovente: il nulla intorno a “questi tre scogli” in mezzo al Mediterraneo, le isole Pelagie, Lampedusa, Linosa e Lampione, le prime due abitate e l’ultima proprio uno scoglio.
Quando credi di aver atterrato sulla pista più corta e bizzarra del mondo, non sei ancora andato a Lampedusa: così ti vedi questo mare che fa capolino dal finestrino, ma il pilota sa quando svoltare e svolta!
L’aeroporto, o meglio l’unica pista, “risbuca” ovunque tu ti muova su questo lato est dell’isola, che è poi l’unico dotato di strade percorribili, quindi ogni tanto sai che hai l’aeroporto o a destra o a sinistra…qualche volta ci finisci dentro in auto ma non importa, fai marcia indietro e ritenti un’altra strada.
La scelta è caduta su un residence vicino al centro abitato, una buona scelta così da passeggiare a piedi quando se ne ha voglia: accogliente e familiare, mi mette subito a mio agio e parto alla scoperta di questa isola.
Bene, per girare occorre un mezzo di trasporto, perché c’è un solo autobus pubblico che percorre un piccolo tratto fino alla famosa Spiaggia dei Conigli, poi il nulla. Noleggio un’auto e mi ritrovo nel più piccolo spazio conosciuto con il più alto tasso di auto, motorini e le “romantiche” Mehari…si c’è parecchio traffico concentrato nella zona della cittadina, mi butto…mi piace!
In paese ti rendi conto di dove sei, a metà tra Sicilia profonda e costa Nordafricana: case bianche e scrostate dalla salsedine, stradine strette, vento di mare e profumo di fritto…io amo il sud del Mondo.
E’ la prima settimana di settembre e c’è ancora tanto turismo, tante famiglie e tanti ragazzi giovani, un piacere sapere che questa meta, così mal descritta da chi ha solo voglia di scoop, è un posto vivo, vivace, frizzante e gestisce con cuore e con educazione il duro compito che incompetenti al potere hanno deciso di ignorare. L’Accoglienza, con la A Maiuscola, è tutto ciò che cerchi qui e che trovi senza fatica e con grandi sorrisi.
E così, dopo aver gustato le prime arancine del posto (in Sicilia sono giustamente femminili!!), me ne vado a zonzo: il porto nuovo, da cui parte una strada a sud che collega la parte est con la punta ovest, lascia un po’ di amaro in bocca, mi regala un tramonto caldo e colorato e faccio finta di non vedere quei barconi colorati… lasciati lì in attesa di essere smaltiti.
La prima cala che si incontra è la Guitgia: il turchese e il blu del mare sembrano finti, il bianco della sabbia quasi disegnato, nonostante la folla che si gode questo sole e questo venticello piacevole. La baia è ampia e piuttosto piena di piccoli hotel e case che dall’alto della scogliera dominano il mare. Dalla Guitgia, si lascia la costa e si percorre questa strada tra rocce e bassi cespugli di ginepro a destra e “i valloni” a sinistra…un paesaggio che lascia senza fiato.
Le due calette successive, Cala Croce e Cala Madonna, sono dei piccoli fiordi: anche qui tanta gente e diverse strutture ricettive. Riparto e sono attirata da un piccolo spiazzo dove ci sono parcheggiate auto e motorini: c’è un cancello e un sentiero che porta ad una piccola chiesa bianca e azzurra, il Santuario della Madonna, che troneggia su una scogliera, dove mi raccontano ci sono alcune grotte un tempo abitate….pare che lì sia naufragato un naviglio di cavalieri templari, che trasportavano una statua della Madonna scolpita a Cipro, diretto verso Pisa.
Decido di trascorrere le ultime ore del giorno godendomi la pace del Porto Vecchio: una baia silenziosa, di giorno animata dagli attracchi dei traghetti che arrivano dalla Sicilia, in cui il tramonto si specchia su una spiaggetta di palme altissime che sembra quasi fuori luogo e fuori tempo…cammino, so che da questa parti c’è la famosa Porta d’Europa, ed eccolo spuntare l’aeroporto alla mia sinistra!
Arrivo su questa scogliera che domina il Porto Vecchio e la Porta d’Europa è lì, che da sola e con orgoglio fa da cornice ad un punto di mare e di costa emozionanti.
E’ arrivato il giorno della Spiaggia dei Conigli: lascio l’auto in coda con un esercito di auto e motorini e mi incammino per il sentiero, dove ovunque ti si ricorda che qui la natura è padrona e, per fortuna , poco è concesso all’uomo: non c’è rete telefonica, non si ascolta musica e mentre mi inerpico c’è un silenzio quasi surreale…quello che compare all’improvviso non ha aggettivi.
La Spiaggia dei Conigli, che è stata inserita tra le 10 spiagge più belle al mondo, si chiama così perché tra due baie c’è un’isola abitata da conigli…tutto è protetto qui, un angolo della spiaggia è dedicato ai nidi delle Caretta Caretta, che scelgono ancora Lampedusa per deporre le loro uova al caldo e al riparo. Tornerò altre 4 volte, non c’è modo di staccare gli occhi da questi colori e amo sentire la gente che bisbiglia…perché qui tutto quello che dà fastidio alle tartarughe non si fa e basta, grazie a Legambiente.
Solo quando decido di scoprire Cala Galera, trovo finalmente un posto dove c’è pochissima gente: è una passeggiata bellissima tra rocce e cespugli profumati di ginepro, fino a scendere su una piccola scogliera che si apre su un fiordo stretto e profondo…sembra una cartolina tra il blu del cielo e il verde intenso del mare calmo e caldo.
Mi godo questa pace per qualche ora e finisco la giornata a Albero Sole: così è chiamato il punto più alto dell’isola, 133 m, da dove si può guardare uno straordinario tramonto su Lampione. In verità questo è il posto più a ovest raggiungibile, perché la punta estrema a ponente è zona militare.
Negli ultimi giorni mi dedico al trekking per raggiungere Cala Pulcino e alla costa Nord, totalmente diversa da quella Sud: altissime scogliere a picco, mare grosso e in lontananza Linosa, che merita un secondo viaggio a Lampedusa sicuramente.
L’ultimo tramonto a Mare Morto, dove solo il rumore del mare mi tiene compagnia.
La posizione geografica di un paese determina quasi sempre il suo destino: Lampedusa lo sperimenta ogni giorno dalla notte dei tempi.
L’isola regala umanità e bellezza.
Benvenuto nel mio blog e buona lettura!
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